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L’esperienza soggettiva di Leandrina ci restituisce la condizione propria dell’emigrante, preso tra scelta della modernità (il “nuovo”) e istinto di salvaguardia delle proprie tradizioni importate (il “vecchio”)

Leandrina nasce a Busseto il 2 gennaio 1886 da Giovanni, commerciante, e Paola Orsi. In famiglia sono cinque maschi e tre femmine.

Da ragazza, si innamora di Pietro Guerra, muratore di professione, proveniente dal Comasco. Pietro, umile per origine, si decide per l’emigrazione in Argentina, insieme a tre fratelli.

Ma Leandrina, nel frattempo, rimane incinta. Nubile, viene respinta dal padre e da tutta la famiglia. Il bimbo nasce a Parma il 25 aprile 1909.

Leandrina s’imbarca repentinamente a Genova, sulla Principessa Mafalda e approda a Buenos Aires ai primi di giugno. E’ una ragazza madre, senza alcuna conoscenza della lingua, ma da qualche parte sa che vive sua sorella. Attraverso peripezie rocambolesche, la raggiunge e ritrova pure Pietro, che sposa l’8 luglio 1909. Nasceranno altre tre femmine.

Quella di Leandrina è la storia di una donna che ha saputo sfidare i pregiudizi dei propri contemporanei. Figli e nipoti ne ricordano la passione per la trasmissione dei propri, variegati saperi: fare la maglia, ricamare, cucinare, cantare le arie di Giuseppe Verdi. “Va pensiero” ha avuto per lei un significato profondo di amore per la libertà, cominciando da quella di coltivare nell’emigrazione le proprie “buone” tradizioni.


Fonte: Biografia contenuta nel Catalogo dell’emigrazione femminile (2010) promosso dalla Consulta degli emiliano romagnoli nel mondo e tratta da un'intervista alla nipote Martha Cecilia Aguilar.

L’idea di un Catalogo dell’emigrazione femminile dell’Emilia-Romagna nasce durante la Conferenza dei giovani emiliano-romagnoli nel mondo, svoltasi a Buenos Aires nel 2007.

TESTIMONIANZE E PERSONAGGI