Adriana Gualtieri Medri

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Adriana, partita nel 1956 da Cesena verso l'Argentina, ci racconta come ha vissuto il periodo dell'emergenza sanitaria Covid-19

In quale paese risiedi? Da quanto tempo? Da dove vieni/qual è la provenienza della tua famiglia? 

Risiedo in Buenos Aires, Argentina, da 64 anni. Vengo da Cesena: sono emigrata in aprile di 1956. La mia famiglia e quella del mio marito sono rimaste a Cesena. 

Come è la situazione attuale nel tuo paese /nella tua regione / nella tua città? 

La situazione economica, prima che arrivasse la pandemia di questo virus sconosciuto e spietato, era già critica, in bilico sul nono default della sua storia. La situazione sanitaria statale scarsa, oggi cerca di fare del proprio meglio nel limite delle possibilità. Buenos Aires, una megalopoli, con una conurbazione di vari milioni di abitanti, subisce la situazione più fragile sia dal punto economico, che da quello sanitario. 

Hai vissuto/state vivendo una fase di lockdown? Come è cambiata la tua vita durante questo periodo?

Abbiamo superato i 100 giorni di lockdown e ne abbiamo ancora per una quindicina. Personalmente da anziana indipendente e autonoma, la quarantena mi ha trasformata in una anziana dipendente dalle due figlie che, da parte loro, sono molto esposte per uscite essenziali permesse. Ne sono molto preoccupata. Sono triste di non poter condividere momenti in presenza con i miei nipoti.

Come si è mosso il tuo paese per contenere la pandemia da Covid-19?

Secondo gli esperti, il paese si è mosso con equilibrio e tutti, o quasi, abbiamo seguito la prima quarantena e l’isolamento con responsabilità. Da considerare che qui si è diffuso in tutta l’Argentina, ma soprattutto a Buenos Aires (capitale e provincia) poiché ci sono tantissime bidonville, senza acqua e tanto altro per togliere dignità alla povertà. Una situazione che viene da lontano. 

Qual è la situazione economico-sociale del tuo paese? Quali sono le maggiori preoccupazioni per la ripresa? 

La situazione economico-sociale del paese è sul lastrico e le maggiori preoccupazioni per la ripresa sono “la pandemia economica” e la enorme ed ennesima svalutazione della moneta che, anche in questo caso, viene da lontano. 

Come sta vivendo la tua comunità questa situazione? 

La comunità italiana –la più grande di questo paese – sta vivendo (come tante altre comunità) questa situazione tragica inedita misteriosa, con profonda preoccupazione, tristezza, impotenza. Penso: due patrie, due sofferenze. Questo virus COVID-19 fantascientifico é sceso sul nostro pianeta e si é impadronito del nostro destino e della nostra quotidianità. Ha messo in ginocchio il mondo e il mondo che ancora non sa nulla di questo sgradito e misterioso ospite è molto preoccupato. Non lo sono invece quelli che ne traggono beneficio e magari diventano anche milionari lucrando sulle tragedie altrui. 

In base alla tua esperienza personale (lavorativa/associativa/ di studio) vuoi raccontarci come vi siete organizzati durante questo periodo (smart-working, didattica a distanza, riunioni online...)? 

In base all'esperienza della mia gente, figlie e cinque nipoti, mediante online, lavorano, insegnano, studiano e danno esami. Un nipote spera di laurearsi in ingegneria dando gli esami online e finora gli sono andati tutti bene. Il suo sogno é fare un master a Milano. Io, nonna analfabeta in tecnologia, cucino, faccio le faccende di casa, leggo (il libro ed io), ascolto radio, guardo televisione (poca) italiana, faccio qualche telefonata con Italia, qualche telefonata urbana con persone che voglio bene e che mi vogliono bene. 

Quale sarà la prima cosa che farai dopo che la pandemia sarà finita? Che cosa hai imparato da questa esperienza così forte? 

La prima cosa che farò dopo la pandemia, se mi sarà dato, visto che “i giovani possono, i vecchi devono”, sarà riunire i miei cinque nipoti a pranzo con penne rigate condite con salsa e polpette, che a loro piacciono molto. Abbracciarli stretti stretti e baciarli finché qualcuno mi dica “basta, nonna”.

Che cosa ti è mancato/ti manca di più della tua quotidianità precedente? Che cosa, invece, credi conserverai anche in futuro? 

Mi è mancato e mi manca il contatto con la gente che amo perché non li posso vedere, abbracciare, toccare. Siamo ancora in quarantena e gli esperti dicono che la montagna ce l’abbiamo ancora davanti. Alla mia età parlare si futuro è surreale. Ad ogni modo nella mia vita non ci saranno grandi cambiamenti, ma avrò la possibilità di riprendere la mia indipendenza per essere utile come ho sempre cercato di esserlo e vedere la gente che amo: famiglia, amici, e la famiglia del cuore che fa parte del mi patrimonio affettivo. 


Fonte: Testimonianza in occasione della campagna social e della mostra "Speciale Covid-19: parola agli emiliano romagnoli nel mondo" realizzata dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo

 

TESTIMONIANZE E PERSONAGGI